La platea che pian piano prende posto fino a fare segnare quasi il tutto esaurito. L’emozione che cresce ma fino a trasformarsi in entusiasmo e diventare contagiosa, strappando applausi anche a «scena aperta», la presentazione di un contratto tra aziende che diventa una riflessione su come fare impresa in Italia per il futuro. È stata anche tutto questo la presentazione di M&M Forgings, la nuova realtà venuta definitivamente allo scoperto grazie allo storico contratto di rete tra i competitor Forge Monchieri e Forgiatura Mamè. Nella presentazione-convegno andata in scena ieri nella splendida cornice di Villa Fenaroli a Rezzato i protagonisti non sono stati solo i giovani imprenditori Gaia Monchieri (ad Forge Monchieri) e Andrea Mamè (presidente e Ceo Forgiatura Mamè) ma soprattutto il come le imprese italiane devono affrontare le sfide all’orizzonte.
«Il mondo cambia e le nostre imprese devono essere pronte – ha spiegato Giuliano Noci prorettore del Politecnico di Milano, moderatore del convegno -. Credo che quello di oggi possa essere un esempio di come si possa fare impresa nel futuro. Il Fondo Monetario Internazionale ha stimato che nel 2030, ma probabilmente anche prima, si ribalteranno gli equilibri del Pil mondiale e il oltre 50% della ricchezza mondiale verrà prodotta in Asia. Già dopo il 2009 si può notare che chi ha meglio reagito alla crisi è chi ha puntato e investito sulla qualità della propria produzione, e in questa situazione piccolo diventa non più bello anche se grande è pericoloso, per cui la media dimensione si può proporre come quella maggiormente performante».
Per una rete serve però anche un cambiamento culturale da parte degli imprenditori, quello evocato da Giovanni Renzi Brivio (Ceo Project Group), che deve essere basato su lealtà e reciprocità due valori che possono aiutare a rendere vincente una strategia d’impresa a due, che spesso vede chi fa impresa confrontarsi con le paure di essere bypassati, perdere la propria libertà decisionale.
Un esempio di come possa essere vincente una strategia a due però emerge immediatamente nelle parole dei due imprenditori protagonisti che sono riusciti a realizzarla dopo essere riusciti a capire di essere mossi «dallo stesso spirito imprenditoriale» che ha portato a «mettere insieme il meglio delle due aziende».
«In pratica già da settembre abbiamo costituito un ufficio commerciale comune – ha spiegato Gaia Monchieri – che si coordinasse con quelli già presenti per le rispettive aziende in America e in Cina. Abbiamo attivato procedure per migliorare gli acquisti e le procedure delle due aziende come se fosse un’unica realtà e infine grazie ancora al Politecnico di Milano andremo a dare vita ad un reparto di ricerca e sviluppo comune».
«Il motore di tutto questo sono le aziende stesse – ha aggiunto Andrea Mamé – un motore che ci sosterrà nella strategia di attaccare e presidiare i mercati dall’interno, con degli uffici direttamente collegati superando il concetto di rappresentante. Come ho imparato nell’esperienza fieristica, la fiera non è solo un luogo per vendere ma soprattutto per capire. E solo persone che vivono un mercato possono riuscire a capirlo fino in fondo».
Un grande applauso è poi stato strappato dai due imprenditori nel momento dei ringraziamenti rivolti ai propri genitori seduti in prima fila a guardare con soddisfazione quanto i «propri ragazzi» sono riusciti a costruire.
Molti gli spunti di riflessione emersi durante la tavola rotonda conclusiva alla quale hanno partecipato il presidente di Siderweb Emanuele Morandi, il presidente di Federacciai Giuseppe Pasini, il vicepresidente di Confidustria Aldo Bonomi, e l’imprenditore Franco Beretta. Spunti che hanno toccato i temi della condivisione di know how, della conoscenza, della diffusione esponenziale dei contratti di rete giunti alle 250 sottoscrizioni per un totale di oltre 1600 aziende, alla veduta lunga basata sulla conoscenza che necessita di «una maggior maturità imprenditoriale» come evocato dallo stesso presidente Pasini.
Fonte Siderweb.com