E’ stato presentato ieri alle 17:00 presso Villa Fenaroli a Rezzato (BS) il progetto di collaborazione lanciato da Forgiatura Mamè e Forge Monchieri, primari player nel settore della forgiatura.
L’unione delle due realtà avviene come “contratto di rete”, forma giuridica nata meno di tre anni fa che consente alle aziende di convergere il proprio business verso obiettivi comuni, mettendo in compartecipazione know how e reti di relazioni ma mantenendo inalterate individualità ed indipendenza. La nuova entità assumerà il nome MM Forgings.
Mamè e Monchieri sono riconosciute dal mercato internazionale come fornitori di qualità, potendo contare su impianti moderni e personale tradizionalmente esperto nel campo della forgia libera, avendo le proprie sedi principali in Val Camonica, in un’area a forte vocazione metallurgica.
Le due società, per quanto avrebbero potuto continuare a svilupparsi singolarmente, hanno invece stabilito di sfruttare la complementarietà tra le strutture di lavoro: Forgiatura Mamè, infatti, è specializzata nella lavorazione di fucinati fino a 50 ton, ed ha i suoi punti di forza nelle officine meccaniche di alto livello tecnologico e nell’organizzazione logistica; al contrario, Forge Monchieri è in grado di realizzare fucinati fino a 120 tonnellate e tra i propri impianti annovera anche una pressa da 12 mila tonnellate. L’alleanza delle due aziende porterà, nei progetti delle proprietà, all’ampliamento della gamma a disposizione dei clienti ed all’ottimizzazione dei processi di acquisto e produttivi.
In un ambito nel quale la redditività elevata fa gola a competitors sempre più agguerriti (dai tedeschi ai coreani, dai giapponesi ai cinesi), il management delle due forge camune ha quindi deciso di puntare su nuove sinergie. I numeri di questa collaborazione (come evidenziato dalla nostra infografica) sono impressionanti: quasi 300 dipendenti totali, un fatturato di 200 milioni di euro, 200 clienti in quattro continenti, 80 mila tonnellate di acciaio acquistate annualmente.
Andrea Mamè, presidente e CEO dell’omonimo gruppo, e Gaia Monchieri, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, hanno già individuato le modalità per rendere esecutivo il progetto, grazie alla creazione di dipartimenti operativi comuni che centralizzeranno gli acquisti, il network commerciale, i processi di manutenzione e la ricerca tecnologica.
Le direzioni aziendali ritengono però che i frutti di questa unione si vedranno non prima di due anni; l’obiettivo è quello di divenire punto di riferimento nei settori ad alto contenuto tecnologico (nucleare, energia, navale, aviazione) espandendosi anche in aree geografiche ancora poco coperte: Russia, Giappone, Medio Oriente.
A. Sabini Fender