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Vezzosi: «Un’intelligenza artificiale ben gestita può migliorare produttività e processi nelle nostre aziende»

MILANO – Da sfida a risorsa. È questa la direzione che le aziende del settore del commercio del ferro e dell’acciaio devono seguire nel porsi di fronte all’orizzonte sfidante dell’intelligenza artificiale per migliorare la produttività, immaginare una migliore organizzazione aziendale, capire i mercati ai quali rivolgersi. Se ne è parlato al convegno autunnale di Assofermet dedicato appunto all’AI e allo stato dell’arte, nel suo utilizzo, nelle imprese del comparto.

Cinzia Vezzosi, presidente di Assofermet, ha premesso: «Abbiamo vissuto il Covid, ora ci sono due guerre e in Europa il percorso del Green Deal che pone ritmi serrati per la decarbonizzazione. Il mondo si è sostanzialmente rovesciato.  L’intelligenza artificiale sta entrando in maniera pervasiva nella nostra vita. Nel 2023 gli Stati Uniti hanno investito 67 miliardi in intelligenza artificiale, la Cina 8, l’Europa altrettanti spalmati in cinque anni. L’Italia viene dopo la Svezia, la Finlandia, la Francia e anche la Spagna, quindi è fanalino di coda. Ma il nostro Paese ha delle potenzialità. Il tema dell’intelligenza artificiale è scivoloso e resta vivo il dubbio etico. Noi vogliamo provare ad avvicinarla alle aziende e trasformarla da sfida a risorsa. Un’intelligenza artificiale ben gestita può migliorare produttività e processi nelle nostre aziende e farci guadagnare in competitività».
Brando Benifei, europarlamentare e principale relatore del regolamento europeo sull’intelligenza artificiale varato a luglio, in un video ne ha sintetizzato l’obiettivo: «Mi occuperò di monitorare l’applicazione del regolamento, per renderlo concreto a sostegno di un’intelligenza artificiale che tuteli le imprese, le persone. Poniamo delle regole a tutela delle aziende, delle persone, facendo in modo che i sistemi che saranno commercializzati in Europa siano sicuri per la gestione dei dati, la cybersicurezza, il controllo umano». Benifei ha aggiunto: «Vogliamo spingere il nostro sistema economico all’uso dell’intelligenza artificiale che in Europa è ancora limitato. Servono incentivi, investimenti e regole certe. E noi proviamo a darle con il regolamento».  L’intelligenza artificiale è una vera e propria rivoluzione. «Una tecnologia altamente innovativa a disposizione di tutti, che può essere strumento di grande facilitazione, di risparmio», ha detto nello speach introduttivo Gianpaolo Rossi, CEO di La Fabbrica di Lampadine. Gli scenari globali influenzano anche i rapporti tra le potenze in tema di innovazione. Giuseppe De Ruvo, redattore di Limes ha spiegato: «Stiamo entrando in una nuova fase per gli equilibri mondiali. Questo cambia anche quelli nello sviluppo di innovazione, digitalizzazione, intelligenza artificiale. Dal dominio degli Stati Uniti si è passati alla competizione con i cinesi. La Cina vuole arrivare all’autosufficienza tecnologica, gli Stati Uniti hanno reagito con la Committee on Foreign Investment in the United States che monitora gli investimenti stranieri in America». Pietro Orciuolo è l’head of Esg Technology di Tinexa Cyber, società che si occupa di cybersecurity, oltre che docente universitario: «Bisogna iniziare a portare l’intelligenza artificiale generativa nelle aziende – ha chiarito -. Utilizzata bene non toglie posti di lavoro ma migliora il business».  Laura Li Puma, responsabile Applied Reserch and Innovation Hubs di Intesa San Paolo, laboratori avanzati che integrano competenze di intelligenza artificiale, neuroscienze e robotica ha riassunto che cosa fa l’Innovation center di un grande gruppo bancario: «La nostra mission è creare innovazione per la banca e i nostri clienti corporate.  Adesso stiamo ragionando sul climate change». L’intelligenza artificiale già oggi è utilizzata nei processi produttivi e organizzativi e nella manutenzione. Gabriele Solarini Paviotti, account relationship leader & Digital coordination di Auxiell, società di consulenza ha esordito: «Già oggi possiamo aiutare le aziende a capire dove andranno le vendite. L’intelligenza artificiale però nello sviluppo dei processi ha ancora dei passi avanti da fare». Loris Busolini, R&D Manager di Danieli Automation Group del Gruppo Danieli ha portato l’esempio dell’uso del digitale e dell’intelligenza artificiale in una mini-acciaieria elettrica che funziona a rottame: «Ci sono modelli in grado di predire il comportamento del processo di fusione, sistemi che possono predire la qualità dei prodotti nel passaggio dal liquido al solido e le caratteristiche meccaniche di quelli finiti senza attendere i test di laboratorio», ha raccontato. Giusy Fiorentino è la CEO di Artificial Intelligence Monitoring, start up innovativa nell’ambito della manutenzione predittiva di impianti industriali. «Rendiamo più facile il lavoro di chi fa manutenzione – ha precisato -. Siamo in grado, ad esempio, di riconoscere anche l’usura dell’utensile per andare a sostituire velocemente il pezzo».

 

Fonte: siderweb.com