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L’associazione dei produttori: ha contribuito l’entrata in funzione di nuovi impianti

Dopo aver avviato una ripresa nella seconda metà del 2023, il settore turco dell’acciaio dovrebbe continuare a crescere nel corso di quest’anno. Lo scrive l’associazione dei produttori siderurgici turchi (TCUD) nel suo consueto report mensile.

A febbraio, la produzione di acciaio grezzo in Turchia è cresciuta del 46,6% su base annua, raggiungendo 3,1 milioni di tonnellate, mentre nel primo bimestre i volumi prodotti sono ammontati a 6,3 milioni di tonnellate, il 34,5% in più rispetto a febbraio 2023. Aumenti che la TCUD ha attribuito all’inaugurazione di nuovi impianti, nonché al confronto con il mese dello scorso anno in cui si verificò il devastante terremoto nelle regioni al confine tra Turchia e Siria.

Sempre a febbraio, il consumo di acciai finiti in Turchia è cresciuto dell’11,8% tendenziale, raggiungendo 2,9 milioni di tonnellate. A gennaio-febbraio il dato è stato di 6,4 milioni di tonnellate, in crescita del 15,7% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.

Nel frattempo, le esportazioni turche di acciaio sono cresciute del 74,6% a febbraio, ammontando a 1,2 milioni di tonnellate, mentre sono salite del 48,6% a gennaio-febbraio, attestandosi a 2,1 milioni di tonnellate. Nei primi due mesi, le esportazioni di acciai piani sono quasi raddoppiate (+91,3%), a 781.700 tonnellate, mentre quelle di lunghi sono aumentate del 30%, a 1,2 milioni di tonnellate.

Quanto alle importazioni, a febbraio la Turchia ha ricevuto 1,1 milioni di tonnellate di acciaio, il 9,1% in meno su base annua. A gennaio-febbraio l’import è ammontato invece a 2,5 milioni di tonnellate, l’1,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2023.

Secondo l’associazione dei produttori siderurgici turchi, la Turchia dovrebbe istituire misure di salvaguardia simili a quelle presenti in molti Paesi, in modo da sostenere la ripresa iniziata nell’ultimo trimestre del 2023 e raggiungere gli obiettivi fissati dal settore dell’acciaio. La TCUD, come altre volte in passato, ha sottolineato che i Paesi del Far East, tra cui principalmente la Cina, sono diventati i principali fornitori di acciaio per la Turchia, verso la quale hanno aumentato le esportazioni a prezzi sovvenzionati e in regime di dumping. Le importazioni da questi Paesi vanno pertanto monitorate e tenute sotto controllo. Al contempo, ha concluso l’associazione, in Turchia «andrebbe aumentata la produzione ad alto valore aggiunto, con l’affrancamento da una struttura basata su input di importazione».

 

Fonte: siderweb.com

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