Dopo due mesi di segno positivo, l’output torna a calare a causa dell’“inchiodata” cinese
Dopo due mesi di crescita, la produzione mondiale di acciaio ritrova il segno negativo. I dati diffusi oggi dalla World Steel Association certificano a settembre un calo dell’1,5% rispetto al medesimo mese del 2022.
In termini di tonnellaggio l’output si è fermato a quota 149,3 milioni di tonnellate, mentre il dato complessivo dei primi nove mesi dell’anno ferma la bilancia a 1,406 miliardi di tonnellate, lo 0,1% in più rispetto ad un anno fa.
Prendendo in considerazione le diverse aree, in Asia e Oceania l’output di acciaio grezzo è ammontato a 110,7 milioni di tonnellate, in discesa del 2,1% rispetto a settembre 2022. La notizia del mese è il crollo della Cina con un -5,6%, per “soli” 82 milioni di tonnellate prodotti. L’India invece sembra inarrestabile nel consolidare il secondo posto nella classifica dei produttori con un +18,2% e 11, 6 milioni di tonnellate mensili di output. Tra i Paesi più significativi dell’area, completano l’elenco il Giappone con 7,0 milioni di tonnellate (-1,7%) e la Corea del Sud con 5,5 milioni di tonnellate (+18,2% di variazione su settembre 2022).
L’Ue-27 mantiene il segno negativo con 10,6 milioni di tonnellate di acciaio grezzo prodotto a settembre, l’1,1% in meno su base annua. Migliora però il dato cumulato: -9,1%, contro il -9,7% registrato a agosto, per 96,2 milioni di tonnellate.
L’area CIS ha prodotto acciaio per 7,3 milioni di tonnellate (+10,7%), dei quali si stima che 6,2 milioni siano stati prodotti in Russia con un recupero dell’9,8% sull’anno precedente.
In Nord America la produzione di acciaio grezzo è stata pari a 9 milioni di tonnellate, facendo segnare un calo dello 0,3%, con gli Usa che hanno prodotto 6,7 milioni di tonnellate (+2,6%). L’output in Sud America si è stabilizzato sui 3,4 milioni di tonnellate (-3,7%), con il Brasile che da solo ha contribuito per 2,6 milioni di tonnellate (-5,6%).
In Africa sono stati prodotti 1,3 milioni di tonnellate di acciaio grezzo, il 4,1% in meno su base annua. In Medio Oriente, l’output si è attestato a 3,6 milioni di tonnellate (-8,2%), soprattutto a causa della debolezza dell’Iran che ha prodotto 2,4 milioni di tonnellate (-12,7%). Infine, la Turchia con 2,9 milioni di tonnellate torna in territorio positivo per un 8,4%.
FONTE: SIDERWEB.COM