Skip to main content

Ultimo trimestre del 2022 in crescita per i costruttori di macchinari. L’indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE ha segnato un incremento del 3,5% nel quarto trimestre dello scorso anno rispetto al periodo ottobre-dicembre 2021, con un nuovo valore record di 133,6 (base 100 nel 2015). Questo risultato è stato determinato sia dal positivo andamento degli ordinativi raccolti sul mercato estero, con un aumento del 2,4%, sia dagli ottimi riscontri del mercato interno, con un incremento del 5,4%. L’indice degli ordini ha segnato invece nell’intero 2022 un calo del -7,8%, con un valore assoluto di 120,1, dovuto alla riduzione della raccolta ordini sul mercato italiano (-20,8%). Gli ordini dall’estero sono invece cresciuti del 2,8%.

Barbara Colombo, presidente di UCIMU, ha commentato i risultati dell’indice degli ordini di macchine utensili per il quarto trimestre 2022, sottolineando che sebbene sia stato registrato un incremento del 3,5%, il risultato annuale mostra un calo del -7,8%. La presidente ha spiegato che questo calo è dovuto principalmente al ridimensionamento della raccolta ordinativi dei costruttori sul mercato italiano, ma che la domanda rimane comunque vivace a causa del processo di trasformazione digitale in corso. Ha quindi chiesto di continuare e potenziare le misure 4.0 per assicurare la continuità degli investimenti in nuove tecnologie di produzione e ha proposto un credito di imposta per la sostenibilità come ulteriore misura per supportare lo sviluppo integrato di nuove generazioni di prodotti.

«Occorre assicurare continuità alle misure 4.0 che, in vigore da oltre un quinquennio, devono proseguire e, se possibile, devono essere potenziate – ha ribadito la presidente Colombo –. Pur comprendendo la scelta del governo di dare priorità alle misure volte a ridurre l’impatto del caro energia sull’intera popolazione, imprese e privati, ribadiamo la necessità di confermare l’operatività dei provvedimenti 4.0 alle condizioni previste fino al 2022. Nel dettaglio, rispetto alle misure “Transizione 4.0” chiediamo, anche per il 2023, il mantenimento dell’aliquota del 40% nel calcolo del credito di imposta. Se non interverranno correttivi, l’aliquota, da gennaio 2023, risulta dimezzata; ciò non farà altro che raffreddare la propensione agli investimenti in nuove tecnologie di produzione degli utilizzatori italiani. Un rischio che non possiamo correre perché l’aggiornamento dell’Officina Italia è certamente iniziato ma molto resta da fare. Contestualmente, chiediamo uno spostamento di tre mesi, dal 31 settembre al 31 dicembre 2023, dei tempi di consegna dei macchinari ordinati entro il 31 dicembre 2022 (per i quali è stato dato acconto del 20%), così da assorbire i ritardi nelle consegne delle componenti elettriche ed elettroniche subite dai costruttori in fase di produzione».

 

FONTE: SIDERWEB.COM