La nota di mercato, messa a punto da Assofermet Rottami, mette a disposizione un aggiornamento puntuale su rottami, ghise, Hbi e ferroleghe, relativo al mese di novembre.
Mese nel quale «si è registrata una buona disponibilità di rottame ferroso nazionale, dovuta anche alla circostanza che molti magazzini – spiega l’associazione – hanno iniziato a ridurre le consegne, visti i continui cali di prezzo». Dopo la metà del mese si è registrato un «leggero calo nella raccolta», mentre «i prezzi, dopo le importanti diminuzioni avvenute durante i mesi di settembre e ottobre, hanno invertito la rotta con rincari che si sono susseguiti durante tutto il mese, anche a causa del rallentamento a livello industriale nella produzione di scarti di lavorazione, sostanzialmente legato alla carenza di materie prime ed alle difficoltà di produzione». Con «le differenze di prezzo registrate tra le varie categorie di rottame che si sono ridotte, anche se persistono differenziali che mai si erano notati sino ad ora».
A proposito di prezzi, Assofermet Rottami fa notare che sono «ancora molto alti ed in tensione, per la “galassia” dei prodotti costituti da lamierini/palabili, a fronte di un recupero molto importate per il rottame da demolizioni/pesante, così come per le torniture. Per il mese di dicembre la disponibilità dei lamierini e delle demolizioni continuerà a mantenersi limitata, spingendo conseguentemente i prezzi verso possibili ulteriori aumenti».
Tuttavia, si legge nella nota, «la raccolta di rottame potrebbe iniziare a risentire del peggioramento delle condizioni meteorologiche. Le previste chiusure per le festività da parte degli stabilimenti e/o impianti dai quali originano scarti costituiti da rottami, potrebbero creare ulteriori tensioni sui prezzi, anche se si profilano chiusure medio-lunghe delle acciaierie. Nel complesso lo scenario si presenta ancora positivo e va a chiudere un anno brillante», mentre per l’inizio del nuovo anno si prospettano «luci ed ombre».
Per quanto riguarda, invece, il rottame ferroso internazionale. Assofermet dice che «la relativa scarsità di materiale di buona/alta qualità continua a persistere, nonostante un miglioramento nelle ultime due settimane: questa situazione ha sostenuto il livello dei prezzi che continuano ad essere, nel complesso, alti. Allo stato dei fatti, le negoziazioni appaiono limitate e difficoltose in quanto: i cedenti mostrano poca volontà alla vendita per via della scarsità dei quantitativi in giacenza, l’approssimarsi delle chiusure di un anno che si dimostrato molto positivo e l’andamento altalenante del tasso di cambio euro/dollaro».
Mentre i compratori «non sono pronti a concedere/accettare le proposte dei cedenti, complice anche un mercato internazionale del prodotto finito siderurgico condizionato da misure protezionistiche e da una situazione sanitaria ancora incerta. In questo contesto di mercato, continua a giocare un ruolo determinante anche il mercato dei noli che, salvo un leggero calo sui prezzi delle navi di grosso cabotaggio, rimangono molto alti».
Nel mese di novembre, poi, la domanda da parte delle acciaierie europee e dei Paesi Extra UE di rottame inox «è rimasta importante. La presenza di rottami su mercato italiano è stata invece caratterizzata e interessata da una domanda media, dovuta ad alcuni settori ancora in grossa sofferenza a causa dello “shortage” di semiconduttori che non permette di spingere sulle produzioni. Lo stesso problema – spiega Assofermet Rottami – lo si riscontra in Europa, con livelli di prezzi allineati a quelli italiani, che non permettono, di conseguenza, grosse importazioni. Entrambe le situazioni hanno portato allo stabilizzarsi dei parametri di costituzione dei prezzi per l’acciaio inox e quindi a quotazioni molto legate all’andamento dell’LME. Gli acquisti nel mese di dicembre si manterranno importanti, indipendentemente dalla pausa natalizia. Pertanto, la richiesta sarà buona, ma molto soggetta a fattori esterni, quali le quotazioni del Nichel all’LME, l’impatto legato alla recrudescenza del COVID-19 e eventuali restrizioni /novità normative a protezione dell’ambiente».
Quanto alla ghisa da affinazione secondo l’associazione «si registra una riduzione dell’offerta da parte dei produttori ucraini/russi e un’assenza di quelli brasiliani, mentre è cresciuta la richiesta dal pronto, da parte delle acciaierie. La disponibilità di tonnellaggio dal pronto è limitata e i prossimi arrivi sono ormai per il prossimo mese di gennaio. La richiesta da parte delle acciaierie permane buona ed è in ulteriore aumento con ripercussioni sui prezzi, già aumentati nelle ultime due settimane di novembre ed in ulteriore crescita».
Mentre per la ghisa ematite «si registra una totale mancanza delle fonti tradizionali di approvvigionamento russe e brasiliane. Buona richiesta da parte delle fonderie, che hanno dovuto approvvigionarsi dall’unico produttore europeo a prezzi alti e per quantità limitate e non si prevedono cambiamenti in dicembre».
Anche per la ghisa sferoidale, merge dalla nota di Assofermet Rottami, «la mancanza di fonti d’approvvigionamento quali Russia, Ucraina e Brasile, hanno spinto i compratori a rivolgersi alle poche fonti rimaste quali Sudafrica ed Europa o ad utilizzare vari tipi di ghise a Basso Manganese con risultati variabili. Il delta di prezzo tra la ghisa di affinazione e quella sferoidale ha raggiunto livelli mai registrati, anche se l’utilizzo di ghise alternative in qualche modo contribuisce a ridurre il divario. Nel complesso, sono previsti arrivi di varie qualità nel prossimo mese di gennaio che, sostanzialmente, sono destinate a coprire il fabbisogno di mercato»
Una «scarsa disponibilità delle fonti tradizionali di acquisto e quindi grande difficoltà di approvvigionamento più in generale» si registra anche per l’Hbi (Hot Briquetted Iron). La richiesta da parte delle acciaierie ha superato abbondantemente l’offerta disponibile, con conseguente esaurimento delle scorte per consegna dal pronto. L’assenza del Venezuela e della Libia (le quantità sono prevalentemente vendute sul mercato egiziano) e l’impossibilità di ricevere materiale dall’Oman – a causa dei noli troppo alti – persisterà anche nel mese di dicembre».
Quanto alle ferroleghe di massa, secondo Assofermet Rottami «la domanda in Europa, in particolare nei Paesi dell’Est, è stata molto attiva mentre in Italia si è riscontrata una domanda scarsa a causa del rallentamento delle produzioni. Sono state registrate richieste di spostamenti delle consegne a dicembre/gennaio e difficoltà di reperimento di mezzi di trasporto a causa delle restrizioni messe in atto per via del COVID-19. Gli arrivi di materiali via nave continuano ad avere tempi lunghi, anche se si prospetta un miglioramento della situazione per dicembre/gennaio», mentre per le ferroleghe nobili c’è «una richiesta debole e una buona disponibilità di materiali dal pronto. Con prezzi sostanzialmente stabili».
FONTE: SIDEWEB.COM