L’algoritmo della sopravvivenza. Sarà questa la formula matematica con cui dovranno confrontarsi le acciaierie europee ed occidentali nei prossimi anni. La definizione è di Antonio Gozzi (Duferco) che ha spiegato così la situazione: «attualmente siamo in una situazione di deleveraging che gli economisti segnalano come tipica dopo ogni crisi finanziaria. Prima del crack di Lehman le aziende potevano far conto su una grande leva, mentre in seguito questa possibilità è evaporata, provocando in occidente e Giappone una contrazione della domanda e soprattutto degli investimenti». Siccome il consumo di acciaio dipende dagli investimenti «si è creata una stagnazione della richiesta, con prezzi che faticano a salire e una grande volatilità». Per le acciaierie, quindi, c’è da affrontare l’algoritmo della sopravvivenza: «riuscire cioè a continuare l’attività nonostante elevati costi delle materie prime, prezzi di vendita depressi, una domanda fiacca e un fortissimo eccesso di capacità produttiva». La soluzione a questo problema sarà la chiave per il futuro delle acciaierie. A tal proposito pare scontato «un aggiustamento dell’offerta, anche se oggi non si vedono ancora grandi ristrutturazioni in corso».
Un ultimo cenno, infine, sul mercato. «I lunghi oggi sono in maggiore difficoltà rispetto ai piani – ha concluso Gozzi -, con la sola eccezione della vergella in acciaio speciale».
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