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News 2010

Lucchini – L’analisi degli impianti del gruppo siderurgico

By 10 Febbraio 2010No Comments

In vista della possibile cessione di Lucchini da parte di Severstal, Siderweb ha cercato di approfondire l’analisi del gruppo siderurgico italiano. Grazie all’aiuto di alcuni esperti, il portale della siderurgia ha analizzato i punti di forza e di debolezza dei siti di Lucchini in Italia ed in Francia, cercando di delineare un quadro realistico degli impianti.

Italia

Il gruppo siderurgico si articola principalmente su tre siti produttivi: Piombino, Trieste e Lecco. Inoltre possiede insediamenti anche a Condove (TO) e Bari. L’analisi sarà incentrata sulle prime tre realtà.

 

Piombino

Piombino rappresenta il più importante sito di Lucchini. Su una superficie di 10 milioni di metri quadri, il gruppo siderurgico può contare su un ciclo integrale completo, composto da cokeria, altoforno e laminatoio per prodotti lunghi (rotaie, vergella e filo). Inoltre a Piombino vengono prodotte bramme, che vengono poi vendute sul mercato.

La capacità produttiva dell’impianto è molto elevata: si arriva fino ad un massimo di 8.000-9.000 tonnellate di ghisa al giorno. Questa ghisa, come detto, viene poi trasformata sia in prodotti lunghi finiti e bramme, con una percentuale variabile che si può approssimare in circa un terzo dell’output di bramme e due terzi di billette e lunghi. Andando più nel dettaglio, la cokeria sente il peso degli anni, mentre negli impianti siderurgici sono in rifacimento le due macchine di colata continua per i lunghi CC3 e CC4 e i convertitori ad ossigeno, dopo anni di servizio, necessitano di interventi di manutenzione. Passando al ciclo di produzione dei piani, il punto debole di Piombino ad oggi è la mancanza di un laminatoio per la lavorazione delle bramme, che costringe Lucchini a vendere questi semiprodotti sul mercato interno o all’estero. Per ovviare a questo inconveniente, nei mesi scorsi era stato studiato un piano di sviluppo con Danieli per la produzione di un forno elettrico per la raccolta della ghisa, una macchina di colata sottile e di un impianto di laminazione per chiudere il cerchio e rendere lo stabilimento autonomo. Nonostante il piano sia arrivato alla fase esecutiva, l’incombere della crisi economica ha bloccato l’investimento di Severstal, per il quale sarebbero stati necessari almeno 500 milioni di euro.

 

Trieste

Nello stabilimento triestino di Lucchini è composto da cokeria e da due piccoli altiforni. Il sito produce ghisa, ma il punto di forza di Servola è rappresentato dalla cokeria, che produce una quantità di coke superiore a quella necessaria all’impianto triestino e che pertanto viene spedita a Piombino per alimentare i forni del sito toscano. La produzione di Trieste viene venduta soprattutto alle acciaierie a forno elettrico del nord Italia ed alle fonderie di ghisa.

 

Lecco

A Lecco Lucchini può contare sullo stabilimento Caleotto, un impianto per la trafilatura di billette. Il sito è alimentato con i semiprodotti di Piombino che non vengono lavorati in Toscana e rappresenta la minore tra le tre realtà analizzate.

 

Francia

Sul territorio francese Lucchini può contare sugli impianti di Ascometal (controllata al 100%): quattro acciaierie (Dunes, Hadondange, Fos-Sur-Mer e Le Cheylas) e due centri di finitura a freddo (Custines e Le Marais). La produzione di Lucchini sul suolo transalpino negli ultimi anni (2009 escluso) è variata tra le 800.000 e 1.200.000 tonnellate, soprattutto di acciaio lunghi ad alto contenuto di carbonio, il cui sbocco principale è costituito dall’automotive e dalla meccanica. La qualità della produzione di Ascometal è elevata ed i risultati ottenuti nel corso degli anni dal punto di vista del materiale sono rilevanti: il tallone d’Achille degli stabilimenti francesi, però, potrebbe essere rappresentato dalla produttività, più bassa rispetto a quella di analoghi impianti italiani. Infine Ascometal è dotato di un grosso centro di ricerca: il CREAS che contra più di 100 tecnici specializzati.

s.f.

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