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«In una guerra commerciale globale avremmo solo da perdere. Non raccogliamo le provocazioni». È un invito a proseguire sulla strada del dialogo quello che il presidente di Federacciai Antonio Gozzi (a sinistra nell’immagine) rivolge alle istituzioni internazionali dopo il varo dei dazi USA.

 

«Bisogna continuare a discutere con gli Stati Uniti – ha ribadito Gozzi al Sole 24 Ore -. Non è piacevole trattare con una pistola sul tavolo ma bisogna continuare a farlo».

A preoccupare il portavoce dei siderurgici italiani è soprattutto l’indagine in corso sulle auto straniere, sempre legata alla Section 232 americana, le cui conseguenze «sarebbero pericolosissime».

Per Gozzi l’Europa deve mantenere soprattutto la guardia alta sui flussi di materiale che devieranno dalla rotta americana per approdare in Europa.

«Bisogna tenere alta la guardia sulle misure di salvaguardia arrivate – conclude Gozzi –, mi riferisco in particolare al monitoraggio delle frontiere. Se non lo faremo, oltre che con le esportazioni mancate per effetto dei dazi, dovremo anche fare i conti con l’incremento dell’import deviato dagli Stati Uniti».

Sul tema salvaguardia a richiamare alla prudenza è invece l’associazione italiana dei distributori, Assofermet. Il Presidente generale Riccardo Benso, e quello del sindacato acciai, Tommaso Sandrini (al centro nell’immagine), ribadiscono questo appello ad una sola voce.

«Assofermet prende atto con preoccupazione della decisione dell’amministrazione americana in merito alla Section 232 – spiegano all’unisono -, ma nel contempo sottolinea come il vasto sistema di protezione del mercato siderurgico europeo già oggi rappresenti una barriera in grado di evitare qualsiasi forma di re-routing verso l’Unione dei flussi siderurgici globali. Assofermet ritiene del tutto sbagliato e manipolatorio sostenere la presenza di un nesso causale tra Section 232 e rischi di incrementi delle importazioni sul mercato UE. Tali rischi sono tutti da dimostrare e solo il tempo potrà certificare la loro effettiva presenza: nel frattempo sarebbe assolutamente inutile e controproducente qualsiasi azione di reazione da parte della Commissione Europea».

Secondo i distributori italiani il sistema di sorveglianza preventiva oggi in essere permetterà alle istituzioni comunitarie di poter reagire tempestivamente ad eventuali arrivi di acciaio sul mercato europeo.

«Ad oggi la situazione è addirittura sbilanciata verso un eccesso di protezione – secondo i due presidenti – e ciò si evidenzia nelle cospicue marginalità che i produttori stanno generando di trimestre in trimestre. In sintesi non sussistono oggi le condizioni che possano giustificare una qualsivoglia ulteriore azione di protezione del mercato siderurgico europeo. La preoccupazione espressa in precedenza è invece dovuta proprio al timore di una escalation protezionistica su scala globale che potrebbe minacciare la crescita economica».

A chiudere le reazioni italiane all’avvio della Section 232 americana è il presidente di Assofond Roberto Ariotti (a destra nell’immagine). «In questo momento – ha detto – stiamo studiando nel dettaglio quanto riportato nella normativa che regola i dazi su acciaio e alluminio, per capire se fra i prodotti colpiti ci possano essere anche getti realizzati dalle nostre fonderie. Quel che è certo è che potrebbe innescarsi una spirale di crescita dei prezzi delle materie prime, scenario peraltro già in parte verificatosi negli scorsi mesi, che avrebbe indubbiamente un effetto negativo. È difficile oggi fare previsioni su quanto potrà succedere. Di certo non ci auguriamo una guerra commerciale, anche considerando che la nostra vocazione all’export è in forte crescita e che il 13% dei volumi che destiniamo all’estero è diretto proprio negli USA»

 

Fonte: siderweb.com

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