É ancora Severstal la regina del primo semestre 2007. Il siderurgico russo, infatti, è stato nominato “miglior produttore di acciaio mondiale” da parte del sito World Steel Dynamics. La classifica è stata stilata in base a 23 parametri diversi, tra i quali i costi di gestione, proprietà di miniere di carbone e minerale, prodotti di alta qualità e di nicchia e costi energetici.
Dopo un 2007 da incorniciare, anche il 2008 riserverà delle sorprese positive al settore siderurgico europeo. Secondo le previsioni di Eurofer, infatti, il consumo del comparto sarà accompagnato dal segno più anche il prossimo anno.
L’associazione dei produttori di acciaio europei, nell’anno in corso, si aspetta una crescita del consumo reale del 5,3% rispetto al 2006. La domanda di acciaio, quest’anno, ha avuto un incremento del 9,1% nel primo trimestre, del 5,4% nel secondo, del 4% nel terzo e salirà del 2,8% nel quarto.
Sotto il profilo della domanda apparente, il 2007 farà registrare un +4,4%. Il risultato, come per la domanda reale, sarà trainato dal buon andamento del primo semestre (+9,3), mentre nella seconda metà dell’anno ci sarà un calo della richiesta (+1,9% nel terzo trimestre e -2,9% nel quarto).
Per il 2008, Eurofer prevede una «situazione della domanda-offerta più bilanciata», con una crescita del consumo apparente dell’1% rispetto al 2007.
Cala l’extra rottame applicato da ArcelorMittal al prezzo delle travi. A partire dal primo novembre, infatti, la componente aggiuntiva sul prezzo sarà di 121 euro la tonnellata, contro i 125 euro alla tonnellata del mese precedente.
L’ingresso di ArcelorMittal nella distribuzione italiana cambierà il panorama. Mettendo in difficoltà soprattutto le realtà di medie dimensioni. Ma ponendo qualche interrogativo anche ai produttori italiani. Questo è il parere di Rino Ferrata, docente di Strategia e Politica Aziendale e dell’Innovazione all’Università di Brescia.
«Se l’ingresso di ArcelorMittal fosse l’inizio di una ristrutturazione del comparto distributivo italiano – ha detto -, ciò rappresenterebbe una minaccia per le aziende commerciali di medie dimensioni». Mentre gli operatori più piccoli «saranno difesi dall’esiguità del loro business» e i grandi «continueranno a sopravvivere nella loro funzione di grossisti», i “pesi medi” «si troveranno schiacciati, e avranno difficoltà a competere sia con i grandi, che potranno sfruttare l’integrazione con le acciaierie o economie di scala maggiori negli acquisti – ha spiegato -, sia con i piccoli, che potranno garantire servizi più mirati ai clienti finali».
«Il dossier è solido e dimostra che la concorrenza cinese è sleale». Così Salvatore Salerno, direttore di Federacciai, commenta a Siderweb la richiesta di antidumping rivolta dalle acciaierie europee all’Ue.
«I numeri sono più che eloquenti e denunciano una situazione insostenibile – ha detto Salerno -. Le armi con cui la Cina combatte la battaglia della concorrenza non sono più quelle dei minori costi di produzione, ma sono quelle degli aiuto di stato».
Determinanti, nel successo europeo dell’inox cinese, la mano non invisibile del Governo cinese che «sostiene artificialmente la competitività delle acciaierie nazionali».
«Da tempo la Cina denuncia l’overcapacity interna e si dichiara intenzionata a chiudere gli impianti vecchi ed inefficienti – ha continuato il direttore -. Lo dice ma non lo fa». Ecco perché la produzione in eccesso, dopo essere stata intercettata dai Paese europei senza far perdere forza alla spinta esportatrice, viene diretta verso l’Europa. «Esportare inox verso gli Usa – ha detto Salerno – non è possibile perché gli Stati Uniti proteggono il mercato nazionale».
Sequestrato l’impianto che filtra le emissioni della Ferriera Valsider spa. Secondo quanto riportato dal quotidiano “L’Arena” di Verona, i carabinieri del Noe di Treviso hanno posto i sigilli al capannone dove si effettua la sfiammatura e la scarfatura del metallo.
Il provvedimento era stato chiesto dalla procura, dopo che l’azienda, a parere dell’accusa, non si era adeguata alle indicazioni del settore dell’ecologia della Provincia, riportate in una diffida del 5 settembre scorso.
La società ha già dato mandato al suo legale, l’avvocato Nicola Avanzi di ricorrere contro il sequestro preventivo.
I primi nove mesi si chiudono con una produzione italiana di acciaio in crescendo. Secondo le rilevazioni di Federacciai, infatti, da gennaio a settembre l’Italia ha sfornato 23,43 milioni di tonnellate, lo 0,3% in più dello stesso periodo del 2006.
Per guardare alla suddivisione tra piani e lunghi, però, è necessario fare un passo indietro e ridurre il campo d’osservazione ai primi otto mesi dell’anno. In questo periodo, sono state prodotte 11,48 milioni di tonnellate di prodotti lunghi, il 6,9% in più del corrispondente periodo dell’anno scorso, mentre l’output di piani è passato a 10,13 milioni di tonnellate con una crescita del 6,4%.
Crescono ancora i prezzi alla produzione dei metalli e dei prodotti in metallo a settembre. Secondo quanto reso noto dall’Istat, infatti, nel mese scorso il comparto ha raggiunto quota 136,5 punti (base 2000=100) con un aumento di 4,6% rispetto ad settembre 2006.
Ammontano a 3.219.664 tonnellate gli arrivi di acciaio al terminal delle Acciaierie di Cornigliano, nel Porto di Genova, per i primi nove mesi dell’anno.
Il volume risulta essere di poco inferiore (-1,1%) rispetto ai volumi di un anno fa.
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