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Forse potrà essere ricordato come l’anno della consapevolezza. Il 2016 è l’anno nel quale l’industria dell’acciaio è tornata prepotentemente protagonista sui tavoli della politica. Purtroppo, la ribalta del settore è arrivata a causa dell’overcapacity, vero tallone d’Achille di un comparto che stenta a superare le secche della crisi. Vediamo, nel dettaglio, le tappe nelle quali il mondo ha “riscoperto” la siderurgia. E il modo con cui ha deciso di affrontarne i problemi.

 

 

Hangzhou: dalla Cina la prima proposta
Dopo alcuni anni nei quali la voce dell’industria europea ed americana aveva più volte denunciato le difficoltà dell’acciaio causate dall’overcapacity, nel summit del G20 che si è tenuto a Hangzhou, in Cina, è iniziato a muoversi qualcosa. In particolare, nel comunicato diramato al termine dell’incontro del 4-5 settembre, al trentunesimo punto del documento firmato dai leader delle 20 nazioni più industrializzate del globo si legge: «Riconosciamo che i problemi strutturali, incluso l’eccesso di capacità in alcune industrie, esacerbati da una debole crescita economica e da una domanda del mercato depressa, hanno causato un impatto sul commecio e sui lavoratori. Riconosciamo che l’eccesso di capacità nell’acciaio e in altre industrie è un problema globale che richiede risposte collettive. Riconosciamo che i sussidi ed altri tipi di aiuti da parte dei governi o di istituzioni sponsorizzate dai governi possono causare distorsioni di mercato e contribuire all’eccesso di capacità globale, pertanto meritano attenzione. Ci impegniamo a migliorare la comunicazione e la cooperazione, ed a prendere decisioni concrete per affrontare le sfide che si presenteranno al fine di migliorare la funzionalità dei mercati ed incoraggiare le azioni a correzione delle distorsioni. A questo fine, per aumentare la condivisione di informazioni e la cooperazione formeremo un “Global Forum on steel excess capacity”, con la collaborazione dell’OCSE e la partecipazione attiva dei membri del G20 e dell’OCSE. Confidiamo di realizzare un report da presentare ai ministri del G20 nel 2017».
Questo forum rappresenta la prima concreta azione dei leader globali orientata alla riduzione della produzione, alla salvaguardia dei produttori e, indirettamente, alla diminuzione degli attriti commerciali soprattutto tra la Cina ed alcune aree, come USA ed Unione europea, nelle quali le inchieste antidumping si sono moltiplicate negli ultimi mesi.

 

Le reazioni dei produttori
Un moderato ottimismo. Questa la reazione dei produttori europei ed americani alla notizia della decisione del G20 di creare un forum sull’eccesso di capacità produttiva. Il giorno successivo alla pubblicazione del comunicato stampa del G20, infatti, i vertici di American Iron and Steel Institute, EUROFER, Steel Manufacturers Association (produttori da forno elettrico nordamericani), Canadian Steel Producers Association, CANACERO (associazione siderurgica messicana), Alacero (federazione siderurgica sudamericana), Brazilian Steel Institute, Committee on Pipe and Tube Imports e Specialty Steel Industry of North America hanno diramato una nota congiunta nella quale esprimevano la loro gratitudine ai leader del G-20 per aver «riconosciuto il grave impatto che l’overcapacity globale sta causando alla nostra industria. Questo è un primo passo importante, ma deve essere seguito da azioni politiche concrete da parte dei governi per ridurre le capacità in eccesso, eliminare i sussidi ed i provvedimenti che distorcono i mercati, al fine di garantire in tempi brevi la parità di condizioni competitive per tutti. Apprezziamo l’impegno espresso dai leader del G-20 per offrire risposte collettive per affrontare l’eccesso di capacità produttiva nel settore siderurgico. Sono l’overcapacity e le politiche interventistiche dei governi ad aver alimentato e ad essere la causa principale dell’aumento delle importazioni di acciaio che attualmente molti dei nostri mercati interni stanno vivendo». Il comunicato conclude spiegando che «il nostro settore è a un bivio. I governi devono agire oppure si continuerà a rimanere in una situazione di crisi. Spetta ora ai governi e all’industria lavorare in partnership per creare il Global Forum e definire un ordine del giorno e le modalità operative che si possano tradurre in azioni politiche per risolvere questa crisi. Il Global Forum deve iniziare a lavorare il più presto possibile, come comunicato dai leader del G20, i quali hanno richiesto una relazione per la prossima riunione dei ministri del G20 nel 2017».

 

OCSE: l’acciaio torna sotto i riflettori
Pochi giorni dopo la riunione del G20, la siderurgia è tornata ancora al centro del dibattito. Nel corso dell’81esima sessione dello Steel Committee dell’OCSE, tenutasi a Parigi l’8 settembre 2016, l’attenzione è gravitata ancora una volta attorno al tema dell’eccesso di capacità produttiva. Nella relazione conclusiva del presidente del Comitato, Risaburo Nezu, infatti si poteva leggere: «Le prospettive economiche mondiali rimangono deboli, con una crescita del PIL globale contenuta anche nel 2017. La situazione del mercato dell’acciaio è migliorata minimamente rispetto all’inizio dell’anno e nel periodo 2015-2017 il consumo dovrebbe arrivare gradualmente sul fondo». Per quanto concerne la capacità produttiva, «nel 2015 si stima che sia arrivata a 2,367 miliardi di tonnellate, con una crescita media annua del 5,7% a partire dal 2005. Gran parte della crescita della capacità nell’ultimo decennio è avvenuta in stati non membri dell’OCSE, che attualmente assommano il 72% della produzione mondiale. Con le condizioni di mercato sopra descritte, e con una domanda relativamente debole, gli investimenti nel settore rallenteranno». Ciononostante «la capacità a livello mondiale salirà di almeno 58 milioni di tonnellate nel 2016-2018, raggiungendo i 2,426 miliardi di tonnellate nel 2018. Il Comitato ha concordato di approfondire il proprio lavoro sui dati relativi alla capacità produttiva, migliorando soprattutto la trasparenza e rendendo più chiaro il cronoprogramma degli investimenti in capacità». Il recupero della domanda sarà «minimo», con un consumo di circa 1,5 miliardi di tonnellate nel 2016, il che porta ad un’overcapacity di 800 milioni di tonnellate, un livello ritenuto «insostenibile». Secondo l’OCSE, l’attuale momento dovrebbe essere utilizzato «per lavorare sui necessari aggiustamenti dell’offerta, anche a livello politico, rimuovendo le barriere all’uscita, senza dimenticare le implicazioni per i lavoratori durante i processi di ristrutturazione». Per questo motivo, il Comitato «accoglie con favore le conclusioni del Summit di Hangzhou del 4-5 settembre 2016, in particolare la decisione di creare un “Global Forum on Steel Excess Capacity”».

 

Dicembre: il Global Forum si farà
Il terzo passo nella consapevolezza globale dei problemi della siderurgia risale a pochi giorni fa. Nel corso dell’incontro del G20 a Berlino, avvenuto il 16 dicembre, è stato annunciato il “via libera” al Global Forum on Steel Excess Capacity. Le notizie riguardanti questo organismo, per il momento, sono ancora frammentarie. Ciò che pare certo è che la presidenza del Forum sarà assegnata alla Germania, stato dove si terrà il prossimo incontro del G20 (luglio 2017 – Amburgo) e la vicepresidenza agli Stati Uniti ed alla Cina. Inoltre, parteciperanno ai lavori una trentina di stati, membri del G20 o dell’OCSE, che assommano circa il 90% della produzione mondiale di acciaio. Il Forum si incontrerà regolarmente, a partire dal prossimo febbraio, e avrà il compito di presentare una relazione durante il G20 di luglio. Secondo quanto reso noto dalla Commissione europea, il comitato è stato «concepito per affrontare l’eccesso di capacità produttiva dell’industria siderurgica mondiale». Il Forum «favorirà la creazione di crescita e occupazione. Avrà un mandato di tre anni, rinnovabile, e riferirà annualmente ai ministri del G20». Uno degli obiettivi di questo organismo è quello di superare le misure di difesa commerciale attivate in questi mesi da molti stati, in quanto «la difesa commerciale può affrontare soltanto gli effetti dell’eccesso di capacità produttiva sul commercio, non le sue cause profonde – si legge nel comunicato della Commissione -. Il Forum mondiale sull’eccesso di capacità produttiva di acciaio mira ad affrontare tali cause profonde. È stato istituito in risposta all’invito dei leader del G20 al vertice di Hangzou nel settembre 2016. Potendo contare sulla partecipazione di più di 30 economie (tutti i membri del G20 più i membri dell’OCSE interessati) è la prima piattaforma mondiale su questioni relative all’acciaio e comprende tutti i principali produttori mondiali.
I suoi obiettivi sono ambiziosi. Riconosce che le sovvenzioni e il sostegno dello Stato contribuiscono all’eccesso di capacità produttiva e richiedono attenzione. I membri si scambieranno informazioni e strategie e affronteranno il problema dell’eccesso di capacità produttiva rafforzando il ruolo del mercato e cambiando la struttura dell’industria».

Dalla consapevolezza all’azione?
L’anno che sta finendo potrà passare alla storia come un anno di svolta per l’acciaio: il problema dell’overcapacity, che era già di dimensioni mondiali per l’industria, lo è diventato anche per la politica e si è manifestato in tutta la sua importanza. Per la prima volta, però, è stato deciso di fare qualcosa, di non lasciare che il mercato si autoregoli, ma di intervenire. Lo si è fatto ai massimi livelli, l’OCSE ed il G20, e dotandosi di strumenti adatti. Resta da fare l’ultimo passo, quello più complesso: prendere decisioni e metterle in pratica. Se il 2017 sarà l’anno dell’azione, allora il 2016 sarà ricordato come l’anno della consapevolezza. Viceversa, sarà solo un altro anno di occasioni perdute.

 

 

Fonte: siderweb.com