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L’appello è diretto ai leader del G7. Ed ha un obiettivo ben preciso: l’overcapacity della siderurgia. Dodici associazioni industriali attive nel settore siderurgico (American Iron and Steel Institute – AISI -, Japan Iron and Steel Federation – JISF -, Eurofer, Canadian Steel Producers Association – CSPA -, UK Steel, WV-Stahl, Alliance des Minerais, Minéraux et Métaux – A3M -, Federacciai,  Steel Manufacturers Association – SMA -, Committee on Pipe and Tube Imports – CPTI -, Specialty Steel Industry of North America e European  Steel Tube Association – ESTA -) hanno scritto ai rappresentanti delle nazioni del G7 per affrontare quello che per molti operatori rappresenta il tema con la T maiuscola.

«Le decisioni di politica industriale di alcuni governi hanno contribuito notevolmente all’eccesso di capacità produttiva nel comparto acciaio ed a pratiche commerciali scorrette in tutto il mondo. Tra le altre cose, queste distorsioni hanno impedito un adeguato aggiustamento dell’assetto industriale di alcuni mercati in risposta ai cambiamenti della domanda globale – si legge nell’appello -. I produttori siderurgici nelle nazioni del G7 apprezzano altamente i tentativi intergovernativi per cercare di affrontare il tema dell’overcapacity e chiedono ai propri governi di prendere urgenti misure per combattere questo problema globale, partendo dal programma di lavoro individuato dai rappresentati governativi a Bruxelles nello scorso aprile. È cruciale che tutte le principali nazioni produttrici di acciaio partecipino agli sforzi per eliminare le pratiche commerciali distorsive della concorrenza che stanno contribuendo all’attuale crisi». Oltre a ciò, i firmatari delle associazioni sottolineano che: «nel Comitato Acciaio dell’OCSE dello scorso maggio è stato rilevato che “un fallimento nel fermare le distorsioni di mercato porterà le aziende supportate dagli stati a sopravvivere a discapito delle imprese efficienti che lavorano in mercati senza supporto statale”. A questo riguardo – conclude la nota – chiediamo con urgenza che il summit del G7 in Giappone discuta della necessità di trovare efficienti misure, coerenti con i diritti e le obbligazioni che derivano dall’essere membri del WTO, contro le esportazioni di stati dove le condizioni di mercato non sono prevalenti».

 

Fonte: siderweb.com