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La seduta del Consiglio dei Ministri del 30 giugno ha messo la parola fine sulla vicenda legata alla Costa Concordia, iniziata due anni e mezzo fa. Il premier Matteo Renzi ha ufficializzato la scelta definitiva del porto dove verrà demolito l’immenso natante, identificando in Genova il luogo idoneo per il suo ultimo viaggio. «Nei tempi previsti, la nave verrà smaltita in Italia.

Comprendiamo coloro i quali speravano in altri porti, ma la soluzione sulla quale i privati hanno convenuto e noi ben volentieri abbiamo autorizzato, è quella che permetterà di intervenire nel porto di Genova» ha affermato il presidente del Consiglio. Secondo quanto riferito, la Costa Concordia lascerà la costa dell’Isola del Giglio a metà di luglio – presumibilmente il 18 -, scongiurando così il rischio di uno slittamento al prossimo anno. Se le istituzioni e le amministrazioni locali liguri si sono dimostrate orgogliose della scelta ricaduta sul porto genovese, immediate le reazioni toscane. «Speravamo fino all’ultimo si potesse esaminare la nostra proposta che sicuramente era meno pericolosa»: così, il sindaco di Piombino Massimo Giuliani, commenta la notizia del via libera del Consiglio dei ministri allo smaltimento di Costa Concordia a Genova. «Una proposta quella di Piombino – ha proseguito Giuliani – che alla lunga anche da un punto di vista tecnico, nell’ottica della creazione di un polo per lo smaltimento navi, era sicuramente più idonea rispetto a Genova. Noi chiaramente andiamo avanti con i lavori per attrezzare la banchina perché alla fine di tutto questo vogliamo acquisire un ruolo di primo piano nello smaltimento e nel refitting navale, così come è scritto nell’accordo di programma. Il nostro territorio – conclude il sindaco – attraversato da una grave crisi è in attesa di segnali concreti su cui incentrare un nuovo sviluppo». Non è tardata nemmeno la forte presa di posizione del governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, il quale ha dichiarato che i controlli «contro l’inquinamento e per la tutela del mare» verranno intensificati. «Certo era meglio se veniva a Piombino come ho sempre sostenuto – ha proseguito – Un percorso di sole 39 miglia, contro le 208 che separano il Giglio da Genova, sarebbe stata la soluzione migliore. Invece si è scelto quella più rischiosa. In questi casi sarebbe giusto adottare il principio di precauzione, che è nella normativa europea. Dispiace che l’ipotesi di Piombino non sia stata nemmeno valutata, cosa che ha motivato il mio voto negativo nella conferenza dei servizi. Avevo chiesto un sopralluogo nel porto dove è in corso l’escavo il giorno del rigalleggiamento, per verificare lo stato dei lavori. Ora ci auguriamo che vada tutto bene e che non si siano conseguenze negative. Noi vigileremo» ha dichiarato il presidente.

Fonte: siderweb.com