Nella denuncia si afferma che 40 produttori di Pechino – tra i quali Baoshan, di proprietà di Baosteel – avrebbero esportato negli Stati Uniti in violazione della legge 337 del Tariff Act, incentrata sulle attività di dumping. L’accusa vedrebbe anche l’esistenza di un complotto da parte delle imprese siderurgiche cinesi per controllare i prezzi e l’appropriazione indebita di segreti commerciali.
Baosteel, secondo il quotidiano cinese, ha respinto tutte le accuse, affermando che le proprie azioni sono state interamente in rispetto delle regole del mercato e, pertanto, legali. Secondo Zhang Xiaoli, analista interpellato da «China Daily», le quotazioni inferiori dell’acciaio cinese sono frutto della maggiore capacità di produzione degli impianti nazionali e del minor costo del lavoro.
Fonte: siderweb.com